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BUONCAMMINOLAB

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in corso!

Laboratorio di indagine architettonica sulla 

Casa Circondariale di Buoncammino e sul suo rapporto con la Città 

attraverso l’autonarrazione fotografica

 

a cura di

U-BOOT Lab

Alessandro Toscano | OnOff Picture

con il supporto di

Claudio Massa | Responsabile area educativa della Casa Circondariale di Buoncammino

Giuseppina Pani | Educatrice

Gloria Sardara | Educatrice

 

in collaborazione con

OnOff Picture

22publishing

 

con il patrocinio di:

Comune di Cagliari

 

con il contributo di

Fondazione Banco di Sardegna

PhotoLux Festival

In previsione dello spostamento dei detenuti della Casa Circondariale di Buoncammino da Cagliari a Uta, ci si interroga su quali debbano essere le caratteristiche qualitative degli spazi interni degli istituti penitenziari in relazione alla quotidianità, e, contemporaneamente, su quale sia il rapporto tra il Carcere e la Città rispetto al necessario legame che l’Istituzione deve avere con il Territorio al fine di garantire il reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale e rendere la società capace di accoglierli al termine del loro percorso rieducativo.

 

L’obiettivo del Laboratorio è cercare di capire, attraverso la narrazione diretta di chi in prima persona vive lo ‘spazio carcere’ anche nel suo rapporto con l’esterno,da un lato se sia effettivamente opportuno costruire nuovi Istituti penitenziari delocalizzandoli al di fuori delle aree metropolitane, in territori svincolati da qualunque tipo di contesto sociale e di tessuto di relazioni umane, economiche, lavorative e culturali, e, nel caso, con quali modalità,

dall’altro riflettere sull’opportunità di mantenere in vita i ‘carceri urbani’ elaborando possibili modalità di intervento sui manufatti esistenti, e rendendo nel contempo ‘maggiormente permeabile’ il confine tra la struttura penitenziaria e il contesto circostante.

 

protagonisti del Laboratorio sono i detenuti e le loro rispettive famiglie, insieme agli educatori, e le attività si svolgono in parallelo all’interno e all’esterno del carcere.

 

Il mezzo scelto è la fotografia*, strumento personale di lettura e analisi dello spazio e, allo stesso tempo, potente mezzo di comunicazione con il vasto pubblico.

 

Parte integrante del laboratorio è il progetto di comunicazione visuale, che garantisce ai detenuti e alle famiglie le modalità migliori per trasmettere all’esterno i risultati delle proprie indagini, al fine di allargare la riflessione oltre i confini delle discipline di studio, avviare un dibattito condiviso, stimolare una maggiore consapevolezza sulla realtà Carceraria all’interno della Città.

 

La metodologia utilizzata fa si che la ricerca diventi, essa stessa, azione: il coinvolgimento parallelo di detenuti e familiari consente di costruire nuovi ponti relazionali con cui colmare il vuoto comunicativo e la distanza che si instaura tra l'esperienza del carcerato e quella del proprio nucleo familiare, l’esposizione finale instaura un primo contatto tra Carcere e Città.

 

Il Laboratorio è sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna e dal PhotoLux Festival

 

Il lavoro elaborato via via entra a far parte del calendario previsto dal Photolux Festival nell'ambito del Click & Smile, progetto itinerante di avvicinamento alla fotografia di persone che vivono in situazioni disagiate che, partito il 1 Marzo 2014 da Lucca, toccherà diverse città italiane, tra cui Cagliari.

 

*laddove, per motivi di sicurezza, non sarà possibile utilizzare la fotografia, a questa si affiancheranno diversi strumenti narrativi (multimedialità operativa): scrittura, audio, video, illustrazione etc.

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